Ogni popolo ed ogni civiltà
misurano il tempo a partire da un determinato evento,
considerato fondamentale per la propria storia.
Nel mondo
Occidentale il
Tempo storico viene diviso in anni, secoli (un secolo
è un periodo di 100 anni) e millenni (un millennio è
un periodo di mille anni e dieci secoli) e viene calcolato prendendo
come data di inizio la NASCITA DI
CRISTO (Era Cristiana): vengono infatti usate
le formule a.C. (avanti Cristo), cioè prima di
Cristo, e d.C. (dopo Cristo).
L'anno della nascita di Cristo venne fissato intorno al
525 dal monaco Dionigi il Piccolo, per il quale Gesù si
era incarnato (25 marzo) ed era nato (25 dicembre)
nell'anno 753 dalla fondazione di Roma (ab urbe
condita = a.u.c.):
quindi il 754 a.u.c. diventa l'anno 1 della nuova era
cristiana. Poiché Dionigi non conosceva il concetto di 0
(zero), nel calcolo si passa direttamente dall'anno 1
a.C. all'anno 1 d.C., cosicché la data di inizio di ogni
secolo cade il 1° gennaio del primo anno di esso (ad
esempio, il 1° gennaio del 201, dell'801, del 1301, del
1901, del 2001). Si tratta di una data convenzionale,
ormai accettata anche se, secondo gli storici moderni,
Gesù in realtà sarebbe nato intorno al 7-6 a.C.
Viene usata anche la formula A.D. (anno Domini
= anno del Signore), che però va posta non dopo (2009
d.C.) ma prima della data (A.D. 2009).
Mentre gli anni si scrivono in numeri arabi, per i
secoli ed i millenni si usano i numeri romani.
Dal 1° gennaio del 2001 siamo
entrati nel XXI (ventunesimo) secolo e nel III millennio
dell’era cristiana
Bisogna fare attenzione a non fare
confusione tra date del periodo a.C. e date di quello
d.C.
Infatti, a partire dall’1 d.C. il tempo è
visto in crescita, e quindi 'sale'
progressivamente: 1 … 20 …100 … 250 … 370
… 698 … 1350 … 1911 … d.C.
Ma nel periodo a.C. il tempo decresce, cioè 'scende'
progressivamente dalle epoche più antiche fino all'anno
1: 1911 … 1350 … 698 … 370 … 250 …
100 … 20 …1 a.C.
Questo significa che mentre un fatto avvenuto nel 54
d.C. è più antico di uno avvenuto nel 337 d.C., come
è logico che sia, nel periodo a.C. è esattamente
l’inverso, e quindi un fatto avvenuto nel 44 a.C.
è meno antico di uno verificatosi nel 323 a.C.
Ad esempio: l’imperatore Claudio, morto nel 54 d.C., è
vissuto prima dell’imperatore Costantino, morto
nel 337 d.C.; ma Giulio Cesare, che è morto nel 44 a.C.,
è vissuto dopo Alessandro Magno, morto nel 323
a.C.
Ancora: nel 27 a.C. Ottaviano diventa Augusto, il primo
imperatore romano, mentre Giulio Cesare muore nel 44
a.C. Poiché siamo prima di Cristo (a.C.),
Cesare muore prima che Ottaviano diventi imperatore.
Di conseguenza, se una battaglia viene combattuta
nell’anno 180 d.C. noi diciamo, logicamente, che
siamo nella seconda metà del II secolo; ma se è
stata combattuta nel 180 a.C. diciamo,
all’inverso, che siamo nella prima metà del II
secolo. Per convenzione, se dopo una data non
compare alcuna formula siamo nel periodo dopo Cristo.
Nella maggior parte dei paesi del mondo il calendario
ufficiale è il
Calendario gregoriano. Esso prende il nome da
papa Gregorio XIII, che lo introdusse nel 1582 con la
bolla papale Inter Gravissimas, promulgata dalla
sua residenza di Villa Mondragone (presso Frascati). È
una modificazione del Calendario giuliano, che
era in vigore in precedenza e che era stato promulgato
da Giulio Cesare nel 46 a.C.
Si tratta di un calendario solare, cioè basato
sul ciclo delle stagioni. L'anno si compone di 12 mesi
di durate diverse, per un totale di 365 o 366 giorni.
Gli anni di 366 giorni sono detti bisestili: è bisestile
un anno ogni quattro, con alcune eccezioni.
L'anno comincia a gennaio (dal dio bifronte
Giano), quando cade il capodanno.
|