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Penne da intenditori

di Giulia Grassi

 
 

  Campagna pubblicitaria del 1997 per vari modelli di penne (a sfera e stilografiche) del marchio Aurora. Agenzia: Excel (Italia)

Headline: Nobili origini.

Lo sfondo di ogni pagina pubblicitaria è costituito dal dettaglio - il volto - di un'opera figurativa (un affresco, tre pitture su tavola o tela e un disegno), dettaglio molto schiarito in modo che, pur rimanendo perfettamente riconoscibile, appaia sbiadito e visivamente non invadente rispetto alla penna, in primo piano ed evidenziata dai colori vivaci e dall'ombra proiettata sullo sfondo.

L'headline e il logotipo, centrati rispettivamente in alto e in basso, sono visivamente collegati dalla penna che, posizionata obliquamente, come una freccia conduce lo sguardo dall'uno all'altro.
La body-copy evidenzia che: "Scegliere una Aurora è un gesto da intenditore. È superare


 

la superficie delle cose per entrare nel mondo dell'arte. Un solo dubbio: regalarla o regalarsela?". Penne come opere d'arte, quindi. Oggetti pregiati per originalità del design e materiali (nelle stilografiche il pennino è in oro a 14 o 18 K), prodotti in quantità limitata e addirittura numerata (modelli 'Primavera' e 'Sole'), dai prezzi adeguati alla loro esclusività (quello della stilografica 'Sole' era 620.000 lire, quando un pacchetto di sigarette MS costava 3.700 lire (= 1,91 euro; oggi costa 3,70 euro). E, chiaramente, made in Italy.

Interessante, nel quadro generale, l'headline Nobili origini, che si presta a molteplici letture. Le opere d'arte scelte come sfondo di ogni pagina alludono alla nobiltà e all'origine sia per la loro natura intrinseca in quanto scaturite della creatività umana sia per il soggetto, implicante un'idea di nascita.
Venere è la dea nata dalla spuma del mare, simbolo di amore e fecondità (Nascita di Venere di Sandro Botticelli, tempera su tela, 1484 circa)

mentre Eva è la progenitrice del genere umano, plasmata dall'Eterno (Michelangelo, Tentazione di Adamo ed Eva sul soffitto della Cappella Sistina, affresco, 1508-1512).

Il Ritratto di Federico da Montefeltro di Piero della Francesca (olio su tavola, 1472 circa) e il Ritratto di Isabella d'Este di Leonardo (disegno a gessetto nero, sanguigna e pastello giallo su carta, 1500) esprimono lo stesso concetto per la loro appartenenza alla nobiltà.

Meno chiara, in questa lettura, la Giovane con pappagallo di Giovan Battista Tiepolo (olio su tela, 1760 circa), peraltro fotografata in posizione inversa rispetto al quadro. A meno di non voler cogliere nella presenza del pappagallo accanto alla bella fanciulla dal seno scoperto un'allusione a Maria Vergine, la seconda Eva, non contaminata dal peccato originale (così è, ad esempio, nell'incisione a bulino con 'Adamo ed Eva' di Albrecht Dürer, del 1504). Ma non sembra essere stata questa l'intenzione dell'artista in questa straordinaria, piccola, opera (cm 72 x 53,5), parte di una serie con
"alcune mezze figure di donne [...] che non si possono vedere cose più belle, più vive e più finite" (Francesco Maria Tassi, lettera del 15 dicembre 1760). Forse è solo una celebrazione della nobile bellezza che origina dall'arte.

Penne per persone di gusto, amanti dell'arte in tutte le sue manifestazioni. Per veri intenditori. Chissà quali nobili testi verranno vergati da strumenti di questa qualità?

(*Pubblicità analoghe: Vini per noi pochi, Il passato del futuro, Scarpe d'autore)

 
 
Nascita di Venere


Tentazione di Adamo ed Eva


Federico da Montefeltro 


Isabella d'Este


Giovane con pappagallo

 
fonti: Il Venerdì di Repubblica, Io donna del Corriere della Sera (1997)

(giugno-luglio 2009)

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